Mercoledì 2 ottobre 2019, il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, ha parlato alle Commissioni riunite Cultura di Camera e Senato, delle linee programmatiche del dicastero.
Da subito il Ministro ha sottolineato l’importanza di adottare politiche culturali che ricoprano un ruolo centrale nelle scelte strategiche del Paese, del parlamento e del nostro governo. Il nostro patrimonio culturale, materiale e immateriale, del passato e del presente, è uno dei più grandi punti di forza per il nostro paese e investire in questo settore vuol dire investire in qualcosa che ci rende unici e inimitabili. Deve essere una priorità.
Ma qual è la sfida di questo mandato? In Italia la tutela del patrimonio che ci hanno lasciato le generazioni precedenti è importante e faticosa, tanto da far sembrare quasi impossibile o irrilevante occuparsi anche del presente e del futuro: è invece necessario investire in arte contemporanea, architettura contemporanea e in tutti i settori delle industrie culturali e creative. Secondo Franceschini “L’importanza della creatività e dei talenti, non è una peculiarità delle sole generazioni venute prima di queste, è una dote anche di queste. Ci sono paesi come il Regno Unito che non avendo un patrimonio storico artistico come il nostro, hanno investito nelle industrie culturali e creative e le hanno rese veicolo di crescita economica enorme e di attrazione turistica. Investire in questo è un dovere che abbiamo nei confronti delle nuove generazioni”.
A proposito della riforma del sistema museale nazionale, ha espresso fiducia rispetto alle novità introdotte in quanto tese a portare nel nostro ordinamento qualcosa di più attuale e dinamico. Secondo il Ministro, in Italia siamo sempre stati molto bravi nella tutela del nostro patrimonio ma siamo rimasti indietro decenni dal punto di vista della valorizzazione del patrimonio. Prosegue: “Sono due facce della stessa medaglia, noi eravamo avanti sulla tutela e indietro sulla valorizzazione“.